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Nomadic Emotions and Stories of a Wanderer
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ITALIAPUGLIA vacanze in Puglia due itinerari in Salento

Vacanze in Puglia e in Salento? Ecco due itinerari pronti per voi!

By Elisa De PascaliGiugno 20, 2020

Forse il turismo non ha mai vissuto un momento cruciale come questo, profondamente segnato dall’emergenza Covid-19. L’impossibilità di varcare i confini nazionali ha fatto smuovere la coscienza nazionale richiamando all’attenzione…

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Ci sono luoghi al confine di altri luoghi. Luoghi Ci sono luoghi al confine di altri luoghi. Luoghi in cui il tempo rallenta, rallenta così tanto che a un certo punto decide di fermarsi, e tu vorresti solo rimanere incastrato lì, in quell’ingranaggio difettoso causa della sospensione delle lancette. In questi spazi impercettibili, intangibili, diventa difficile distinguere tra luce e ombra, tra bene e male, tra reale e surreale. Diventa difficile affermare la propria identità, così come accade nell’ormai risicato lembo di terra macedone, la cui egemonia assoluta appare oggi sfocata tanto quanto i suoi confini. Mi viene in mente quel ragazzo senza nazione conosciuto a Tallinn in un freddo giorno di gennaio all’alba dei vent’anni sotto i fiocchi cristallizzati di neve. ‘Sono apolide’ disse. S’aprì un mondo a noi, occidentali ostentanti un’appartenenza culturale, sconosciuto. Sorte simile sembra essere toccata ai greco-macedoni, dai confini talmente labili da essere controllati a debita distanza, seppur con le tavole imbandite con gli stessi cibi, rigorosamente battezzati con idiomi diversi. C’è odore di incenso e candele spente da chissà quanto tempo in quella chiesetta ai margini del lago di Prespa. Chiusa come fosse uno scrigno di tesori da aprire all’occorrenza, come dovrebbe essere, per non abituarsi mai alle meraviglie. Troviamo un signore seduto su una panchina in aperta campagna, tra le labbra la sua sigaretta bagnata da anni di nostalgiche boccate. È arrivato da chissà dove. Andrà chissà dove. Bandiere macedoni campeggiano un po’ ovunque, in un paese che sembra essere disabitato dall’interno, sventrato delle sue glorie e onnipotenza, per far spazio a sguardi abbandonati al tempo che fu. I fosforescenti raggi gialli stagliati nel cielo rosso continuano a ondulare imperterriti. Tanto definiti i colori quanto sfumati appaiono le identità dei macedoni, greci e/o albanesi. Siamo a pochi chilometri dal confine greco eppure è come essere nella terra di nessuno. Nessuno come quel ragazzo che aveva la famiglia in Russia ma per un incomprensibile e imperdonabile errore di sistema era bloccato in Estonia, per lui terra di nessuno. D’altronde, chi si preoccuperà di salvarlo? Nessuno. #macedonia
Alcuni luoghi sono impressi da sempre nella nostra Alcuni luoghi sono impressi da sempre nella nostra mente come dei miraggi, delle utopie. Per me Finisterrae è sempre stato uno di quelli. Più che arrivare a Santiago, la mia mente era affascinata dal giungere alla fine del mondo, in questo luogo apparentemente pregno di significato ed energia. Fine della terra, così gli antichi romani avevano acclamato questo puntino frastagliato sulla rocciosa costa nordica spagnola a limite estremo delle terre conosciute. Oltre, solo mare a perdita d’occhio. Succede che sei lì, seduto ai piedi di quel limite, e ti sembra di essere realmente alla fine di tutto, che poi altro non è se non il principio di qualcos’altro. Sai bene che oltre quella distesa d’acqua intimidatoria c’è un’altra terra, un altro confine, un altro approdo. Eppure, sei lì ed è come se non ci fosse null’altro intorno. Un sole che non si sa da dove arrivi e dove va a finire dopo aver attraversato l’orizzonte, lacerato quel tappeto di mare che ti fagocita dall’interno e ti lascia inerme, interdetto. È la sensazione di infinito che crea vertigini, stordimento, incredulità per la mente che così bene ci fanno allenare affinché racimoli i pensieri in scatole chiuse, senza connessione tra loro. E poi, quando quel grande tanto atteso è finalmente davanti a noi, lo respingiamo, per paura dell’ignoto, di ciò che c’è oltre quel mare. Ho osservato quell’infinito per diverse ore quel pomeriggio, combattendo tra la mente pronta a rimanere con i piedi sulla terra e la mia immensa voglia di volare. Nonostante il vento forte, nonostante le fitte nubi che incupivano quel mare già in subbuglio, c’è stato un momento in cui il respiro si è placato, insieme alla mia mente sempre errabonda. In quel momento, anche solo per un istante, ho accolto l’infinito dentro di me. Ho accolto l’inizio e la fine. Ho accolto la paura ma soprattutto l’eterna voglia di volare. Finisterrae e Muxia. #finistere #camminodisantiago #muxia #fisterra
Croce e Galizia. #camminodisantiago #finistere #m Croce e Galizia. #camminodisantiago #finistere #muxia #galizia #santiagodecompostela #wanderlust #galicia_visual
Santiago de Compostela. Se c’è una cosa di cui Santiago de Compostela. Se c’è una cosa di cui ho sempre avuto paura è il tempo. Paura che mi scivolasse via dalle mani senza averne tratto il meglio che potessi. Credo sia iniziato tutto con l’università con il fatidico monito genitoriale di non perdere tempo, affrettarsi per battere la competizione lavorativa. Forse allora è iniziata la mia lotta contro il tempo. O forse quando ho iniziato a viaggiare e rendermi conto che non avrei mai avuto abbastanza tempo per avventurarmi nel mondo come avrei voluto. Ho iniziato a ottimizzarlo, ingegnando stratagemmi per lavorare in altri luoghi e viaggiare eternamente. Con rapidità per terminare tutto prima di tutti. Così a 22 anni avevo già una laurea, un master, due anni all’estero, tre lingue in tasca, e un passaporto col primo timbro della frontiera indiana. E poi? Inizia la lotta contro il tempo per accumulare timbri intorno al mondo e accorciare le distanze. Più accumulavo timbri più si acuiva la minaccia di non avere tempo a sufficienza per esplorare tutto. Un giorno di agosto, molti anni dopo, arrivo a Santiago. Ci arrivo trascinando il corpo, lancio lo zaino a terra, mi stendo, chiudo gli occhi: e ora? Ed ecco che a Santiago ci arrivi fisicamente camminando. In realtà, è una vita che cerchiamo, tutti, di arrivare metaforicamente a Santiago. Il cammino è la vita. Ci affrettiamo, prendiamo a schiaffi noi stessi per raggiungere ciò che sogniamo. Percorriamo alcuni tratti in compagnia, per poi lasciare andare quelle persone, forse ritrovarle più avanti, forse mai. C’è chi, nel seguire qualcuno, dimentica il proprio ritmo vitale e si lascia trascinare da quello dell’altro e rendersi conto solo dopo di aver trascurato il proprio. Ci si rimette in cammino, un po’ persi, per ritrovarsi. Chi parte avvantaggiato con un bagaglio più piccolo e chi ne porta uno più pesante. Più cammini e più distingui il terreno sotto i piedi: prediligi la terra all’asfalto. Cammini, e arrivi, da qualche parte. Ma guardi già oltre. Dovresti essere felice, ma sei già insoddisfatto. Basterebbe voltarsi indietro, guardare la strada percorsa, meravigliarsi, ogni giorno. E scoprire quanto sia più bello camminare piuttosto che arrivare.
Case bianche Porte blu Tzatziki e souvlaki Tramont Case bianche Porte blu Tzatziki e souvlaki Tramonti e sirtaki Un po’ di momenti estivi ridondanti in Grecia che, anche se cliché, fanno effettivamente bene all’anima. E poi, si può decisamente scegliere di vivere il proprio cliché in un’isola greca meno colonizzata. Grazie Tinos 🇬🇷 #grecia #greeceislands #greecetravel #tinos #tinosisland #kardiani #grecia🇬🇷
Oceano mare. Chilometri, boschi, pinete, campi di Oceano mare. Chilometri, boschi, pinete, campi di grano a perdita d’occhio, e poi, il rumore del mare. Sempre inconfondibile, sempre immenso. Un po’ paradiso, un po’ Sturm und Drang. 25 agosto 2022. In un paesino in Galizia con meno di 400 abitanti. Ma con l’Oceano Atlantico. Ti ricorderò per sempre. #finisterre #muxia #camminodisantiago #solotraveler
“All our dreams can come true, If we have the co “All our dreams can come true, If we have the courage to pursue them”. Lugo mi accoglie beatamente dopo un viaggio che ha coinvolto diversi mezzi e tappe ma che mi ha fatto strizzare gli occhi verso la meravigliosa regione dell’Asturia. Arrivo per ritirare finalmente la credenziale in cattedrale, apro il cellulare e la prima frase che questo social decide di mostrarmi è proprio quella di Walt Disney, proprio in quel preciso momento. Un flash all’improvviso: proprio io ho scelto Walt Disney come tema focale della tesina di quinto superiore. Walt Disney e le sue favole, i suoi sogni in cui ha avuto il coraggio di credere, fino all’ultimo, nonostante tutto e tutti. I sogni, quelli più desiderati, e perciò maledettamente derisi dagli altri. Da chi ha deciso di diventare adulto, di non alzare più gli occhi al cielo, di non perdere la testa tra le nuvole. Era un sogno per me andare in India, in disaccordo con chi mi era vicino. Era un sogno per me intraprendere il cammino di Santiago. Sarà stata colpa di quell’estate torrida adolescenziale quando impiegavo i pomeriggi a perdermi tra le pagine di Coelho e quel mitico cammino. Oppure colpa di quell’amico spagnolo in Erasmus che, agli occhi di noi ventenni con sogni ancora solidi, risultava strambo per l’aver deciso di lasciare una vita stabile a 30 anni, percorrere 40 giorni di cammino e poi trasferirsi in Germania. Chissà dove vanno a finire tutti questi ricordi che poi, all’insaputa, risputiamo. Domani inizia il mio cammino, tanto sognato quanto quel cambio di programma verso l’India. Mi sembra di vivere un po’ una notte prima degli esami, quando l’adrenalina non ti lascia dormire nonostante la tua testa implori stanchezza, quando l’adrenalina ti farebbe percorrere il mondo intero e abbracciarlo, quando ti senti parte di qualcosa di più grande. Quell’adrenalina inspiegabilmente auto prodotta dal tuo stesso fisico che diventa la forza motrice per realizzare i propri sogni, quelli che più richiedono coraggio, anche all’età in cui non ci aspettavamo, anche quando li davamo per perduti. Cammino di Santiago, Finalmente ci incontriamo. #camminodisantiago #camminoprimitivo #lugo
‘La tua vita è la tua vita. Non lasciare che le ‘La tua vita è la tua vita. Non lasciare che le batoste la sbattano nella cantina dell’arrendevolezza. Stai in guardia. Ci sono delle uscite. Da qualche parte c’è luce. Forse non sarà una gran luce ma la vince sulle tenebre. Stai in guardia. Gli Dei ti offriranno delle occasioni. Riconoscile, afferrale. Non puoi sconfiggere la morte ma puoi sconfiggere la morte in vita, qualche volta. E più impari a farlo di frequente, più luce ci sarà. La tua vita è la tua vita. Sappilo finché ce l’hai. Tu sei meraviglioso gli Dei aspettano di compiacersi in te.’ (C. Bukowski) #wanderlust #lostplaces #viaggiaresempre
Esci, cammina. Ricordati che prima di morire puoi Esci, cammina. Ricordati che prima di morire puoi fare cose impossibili, impensate. Sono tornati i miracoli. Franco Arminio. Il mio ultimo shirshasana da trentenne è un agglomerato di sensazioni ed emozioni che solo a testa in giù riescono a placarsi, trovare il modo di fluire ed essere interiorizzate. C’è un pizzico di pazienza in più imparato nell’ultimo lungo anno trascorso, ci sono le campane delle mattine gelide sull’Appennino che scandiscono le meditazioni del ritiro Vipassana tanto quanto le mie lacrime. Un anno di visualizzazioni, di lezioni di hindi, di un disperato biglietto alla mano per l’India e la vita che in un attimo ti sorprende e ti lascia radicare. E ti lasci radicare. C’è tutta la forza di aniccha, l’impermanenza dello stato di tutte le cose, del maestro Goenka che risuona nella sala meditazione e si amplifica nella vita reale e la resa volontaria all’Universo: lasciare andare. Ci sono l’amore e la passione a condire ogni singolo minuto di questa vita stupefacente. Ci sono i miracoli: come respirare, guardare il mondo a testa in giù, salire su un treno, perdersi nel cielo, affondare i piedi nella sabbia, assistere ai concerti d’estate, segni zodiacali da interpretare, progettare cammini finalmente possibili. Oggi mi incammino verso il trentunesimo anno di domani accompagnata ancora dalle seguenti parole di @francoarminio: Arrendersi significa darsi tempo per incontrare le cose, tutte le cose. La resa è una forma altissima di amore. ✨ #yogaeverywhere #yoga #vipassana
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