La mia storia d’amore con lo Sri Lanka è iniziata quando ho ammirato il paesaggio lussureggiante dalla roccia di Sigiriya. Il raggiungimento della vetta implica una salita di circa 1200 gradini che il caldo torrido estivo delle 4 del pomeriggio, la spossatezza causata dal viaggio appena affrontato e dal fuso orario (eravamo atterrati in Sri Lanka quella stessa mattina) rendono irraggiungibile. L’adrenalina di ammirare il disco rosso calare sul regno millenario dalla sommità della leggendaria roccia del leone prova ad opporsi alla pigrizia, e prendiamo il nostro tempo per gustare quella salita e non viverla come una competizione.
Salire i gradini di quella roccia è come addentrarsi nel cuore dello Sri Lanka, scendere nelle sue viscere. Allo stesso modo camminare e confondersi tra le piantagioni di tè, osservare il paesaggio dal treno che scorre veloce seduti con le gambe a penzoloni di fuori, o perdersi nella folla induista al tempio di Matale.
Lo Sri Lanka appare sin da subito un Paese variegato, mentre la mente cerca di mettere a fuoco le rappresentazioni generate dall’immaginario comune: un’isola tropicale nell’Oceano Indiano. Oppure una versione dell’India “per principianti”, nei suoi tuk-tuk che sfrecciano nel traffico e la sua forma geografica peculiare che la identifica ad una lacrima del subcontinente. Eppure dell’India ha ben poco. Strade perfettamente asfaltate, cura dell’ambiente e un sistema interrelazionale dignitoso.
Osservando i suoi paesaggi, è possibile respirare quell’aria mitologica che costò la vita a Ravana in un duello fiabesco contro Rama, la cui vittoria e liberazione della sua principessa Sita dalle grinfie del re di Lanka dimostrano la perseveranza dell’amore. Indiscutibile dunque nel ponte leggendario costruito dai fedeli guerrieri di Rama, tra cui Hanuman, che sancisce per sempre il delicato equilibrio tra i due Paesi.
C’è qualcosa nell’atmosfera di questo Paese che infonde calma e serenità, aggiudicandosi il primo posto dalla Lonely Planet come destinazione per il 2019. La carta vincente è la prevalenza del buddhismo, la natura incontaminata e l’apertura verso il turismo internazionale, la cui tendenza sembrava inattaccabile anche dopo il tragico attentato del giorno di Pasqua del 2019.
L’arrivo all’aeroporto di Colombo è accompagnato dalla sensazione familiare di essere in Asia: il caldo. Il traffico. I negozietti sul ciglio della strada con la più grande esposizione di frutta tropicale di cui puoi già sentire il sapore prima ancora di addentarla. E poi, il primo morso succulento a quel frutto della passione ti capovolge direttamente nel paese.
La capitale, Colombo, non si presta ad una sosta estasiante, perciò proseguiamo direttamente verso Sigiriya (circa cinque ore in auto), base per l’esplorazione delle antiche capitali Polonnaruwa e Anuradhapura. In base all’orario di arrivo del volo, si può prevedere il pernottamento a Negombo, cittadina costiera alla periferia della capitale e meglio accessibile dall’aeroporto.
I millenni di storia che hanno visto alternarsi le sorti dei Tamil (la seconda etnia del paese) e dei singalesi si respirano camminando tra le antiche rovine delle sue capitali ormai perdute.
Basta avere un po’ di immaginazione per rivivere il fasto del regno antico contemplando i resti di palazzi sorretti da importanti colonne, stupa e colossali statue del Buddha che suscitano uno strano bisogno di religione nei visitatori. Enfatizzato ancor di più dalla presenza di un monaco che incoraggia ad avvicinarsi al piccolo ingresso del tempio a turno. Tra i fumi dell’incenso e parole sanscrite incomprensibili, una leggera pressione del polpastrello sulla fronte consacra quell’atto di benedizione risolto in un segno rosso.
Quei monaci che, millenni fa, si affaccendavano a recarsi alle grotte di Dambulla, apoteosi dell’arte e spiritualità buddhista in Sri Lanka. Aguzzando bene la vista, è possibile ancora vederli pregare nelle grotte barocche davanti alle molteplici raffigurazioni di Buddha statuarie e affrescate sulle fredde pareti rocciose.
Ancora coccolati dalla confortevole aura buddhista di tranquillità, ci ritroviamo di fronte al caos e al gozzoviglio di un rituale induista al tempio di Sri Muthumariamman a Matale, cercando di farci strada tra i fiumi di gente per districarci da quel puzzle dirompente. La sensazione di straniamento nella quale siamo stati catapultati dura un attimo in prossimità dei verdi paesaggi che l’isola ha in riserbo per noi.
Non a caso siamo nella terra di Ceylon, nome ormai destituito per Sri Lanka, in virtù di un popolo che ha saputo affermare la propria indipendenza e che, a buon ragione, esalta l’identità del Paese nel suo significato di “isola che risplende”.
Splende nella sua produzione di tè, confermandosi quarto nella produzione mondiale della foglia pregiata. Posizione del tutto rilevante considerata la grandezza dell’isola e la sua recente tradizione nella coltivazione e lavorazione della pianta.
Tra Kandy ed Ella, la zona montuosa dello Sri Lanka, ci ritroviamo nella Hollywood del tè. Scritte monumentali raffiguranti i nomi degli attori dell’industria del tè singalese si stagliano tra le colline, rievocando la memoria di Lipton, giunto per caso durante un suo viaggio verso l’Australia. Fu il primo colosso ad investire nella coltivazione della pianta in un Paese ancora vergine in materia e costretto a ripartire dal tè per risollevarsi dal misfatto di un fungo che aveva distrutto le storiche piantagioni di caffè.
I nostri sensi si ritrovano forse oggi a ringraziare quel fungo per lo spettacolo che ha involontariamente creato.
Gli occhi luccicano di fronte al verde smeraldo delle piantagioni, immagini appartenenti ad un’epoca sconosciuta. Camminare sfiorando le foglie del tè ad altezza bacino è come camminare tra i filari di vigneto a noi più comuni e riflettere sul duro lavoro artigianale richiesto dalla natura.
Le donne, resilienti nella raccolta delle foglie, fanno capolino in mezzo a quel verde nei loro abiti scoloriti dal sole e fazzoletti per proteggere la testa dai raggi meno clementi a quelle altezze. Cercando di cogliere minuziosamente lo scatto emozionale per liquidare il paesaggio in un quadrato di Instagram, le donne sono sempre più invogliate a proporsi come fotomodelle ai viaggiatori irrequieti in cambio di poche rupie.
Ritroviamo ancora una volta nella filosofia buddhista i tratti distintivi del ricco ecosistema singalese nella sua calma e lentezza. I suoi pescatori che all’alba si trascinano in mare e al tramonto spingono le loro spalle assolate contro i remi legnosi per riportare le barche a riva, una pratica ormai obsoleta sulle nostre spiagge. Lo Sri Lanka permette di abbandonare il corpo alle sapienti mani di una massaggiatrice ayurvedica, eredi di una tradizione millenaria benefica. La sua calma rigenerante riesce ad appagare anche gli amanti degli sport acquatici che non perdono per nulla al mondo il momento corale del tramonto in mezzo all’Oceano Indiano su una tavola da surf, quando anche il mare non ha più fretta e l’onda si placa.
È un paese perfetto per viaggiare lentamente, per riscoprire il contatto con la natura e provare diverse esperienze e non ti metterà fretta. Raggiungiamo Little Adam’s Peak e Pidurangala prima dell’alba non solo per sfuggire al caldo del giorno, ma per omaggiare il rituale più antico dei tempi in un risveglio collettivo, mentre il tepore mattutino fa breccia nel cuore di ciascuno e rischiara la mente.
Lo Sri Lanka è una continua scoperta e meraviglia senza confini. Il Parco nazionale di Yala è una distesa di foreste situata a sud-est dell’isola, a ridosso dell’Oceano Indiano. Ci sono rinoceronti e coccodrilli, mandrie di bufali d’acqua e un piccolo elefante che avvolge la proboscide intorno alla gamba della madre.
Il cellulare dell’autista del ranger squilla all’impazzata ed inizia una corsa contro il tempo sfrecciando tra gli sterrati del parco mentre noi rimbalziamo con ritmo cadenzato. Ci fermiamo per parecchi minuti, inerti o paralizzati alla vista davanti a noi evitando ogni impercettibile movimento. Il leopardo, il predatore del parco, giace accoccolato sotto la chioma di una grande albero.
Gode indisturbato il suo meritato riposo pomeridiano all’ombra, incurante dell’attenzione puntata addosso. Si prende il suo tempo, non ha fretta. Un minimo rumore sembra destarlo dal suo sonno, agita una zampa verso l’alto tentando di scacciare un insetto o trovare una posizione migliore per continuare a sognare. Anche lui è pigro, non vuole competere, e forse non l’ha mai voluto fare.
Itinerario di viaggio in Sri Lanka
Giorno 1: Aeroporto di Colombo – Sigiriya
Giorno 2: Sigiriya – Polonnaruwa. Entrambi patrimonio Unesco
Giorno 3: Polonnaruwa – Grotte di Dambulla (patrimonio Unesco) – Matale – Kandy
Giorno 4: Kandy – Nuwara Eliya. Viaggio in treno da Nuwara Eliya a Ella
Giorno 5: Little Adam’s peak e Lipton Seat
Giorno 6: Ella – Tissamaharama – Safari nel Parco Nazionale di Yala
Giorno 7: Tissamaharama – Weligama
Giorno 8 – 9: Weligama e spiagge nei dintorni
Giorno 10: Weligama – Galle e trasferimento all’aeroporto di colombo
È un viaggio che ho in lista e che assolutamente vorrei fare. Mi piacerebbe tanto visitare i mercati così come le piantagioni del te Oltre naturalmente ai tempi
Te lo consiglio vivamente! Dai templi, alla natura, alla vita quotidiana, ci lascerai un pezzettino di cuore…
Ho adorato lo Sri Lanka, per me è stato un viaggio emozionante che mi è rimasto nel cuore… forse perchè è stato il mio viaggio di nozze? 🙂
Allora sicuramente è un viaggio che non dimenticherai mai! Un Paese indimenticabile in ogni modo…
Davvero un bel post!
Lo Sri Lanka non è una delle top destinations in generale, ma credo che “vederlo” tramite le tue parole mi abbia fatto rivalutarlo. Mi piace la natura e cerco di vivere ogni viaggio come un local e non come un turista. Credo che sarebbe molto interessante ammalgamarmi con questa cultura.
Ciao Sara! Ti consiglio allora di inserirlo tra le tue future destinazioni. Avendo letto anche le tue parole sul tuo blog sento che possa essere un viaggio e una terra che facciano al caso tuo! La natura è onnipotente in Sri Lanka!
Che bel racconto, mi hai fatto viaggiare un po’ dal divano di casa e sognare. Che posti meravigliosi!
Ne abbiamo bisogno in questo periodo, grazie 🙂
Lo Sri Lanka mi affascina, penso possa avere il giusto equilibrio tra natura e cultura che spesso cerco nei miei viaggi. Credo sia anche abbastanza abbordabile dal punto di vista economico, se si ha la possibilità di prenotare con anticipo.
Lo Sri Lanka è un viaggio fattibile con un budget molto contenuto. L’unico punto a sfavore sono i voli che costano a partire dai € 600 a/r e gli ingressi ai siti UNESCO nel Paese: circa 20 – 25 € ciascuno. Tuttavia, basta scegliere quelli ai quali si è davvero interessati (ed alcuni sono dei must) e il viaggio in sé non è dispendioso.
Da tempo dico che devo andare in Sri Lanka e alla fine per un motivo o per l’altro rimando… Appena si potrà tornare a viaggiare dovrò decidermi! Dal tuo post traspare quanto sia meraviglioso!
Ti lascerà senza parole!
Con questo post mi hai fatto un pò viaggiare con l’immaginazione! Grazie mille! Mi è venuto voglia di prendere subito un aereo e partire 🙂
Direi che lo Sri Lanka sarebbe un bel punto di partenza! Speriamo di poter tornare presto a farlo!
Sono stata in Sri Lanka 5 anni fa e mi ritrovo in tutto quello che hai detto. Che ricordi!
Lo Sri Lanka è un paese meraviglioso! Ci sono stata solo 10 giorni ma mi piacerebbe tornarci per scoprire zone meno turistiche.