Non sono un’amante dei viaggi fine-settimanali per visitare solo una città ma preferisco sempre uscire fuori dal centro e cercare angli più autentici. Così abbiamo sfruttato al meglio tre giorni a Palermo, riuscendo a cogliere un assaggio della Sicilia occidentale. Questo itinerario vi consentirà di scoprire la bellezza di una terra senza eguali anche in tre giorni.
Da tempo desideravo visitare la Sicilia ma in qualche modo non era mai rientrata tra i miei itinerari. Sentivo che questa terra aveva qualcosa di magico da offrirmi. Anzi, la realtà ha di gran lunga sopraffatto le aspettative. Con la Sicilia non può che essere amore a prima vista: nei suoi scorci, sapori e momenti sensazionali, come il tramonto alle Saline di Marsala. Ma lo scopriremo più avanti.
Da quando l’ho visitata continuo a ripetermi che è un peccato averla scoperta così tardi. Son bastati tre giorni per farmene completamente innamorare e spero di tornarci presto per scoprire altri meravigliosi angoli dell’isola.
Come arrivare in Sicilia Occidentale
Avendo pochi giorni a disposizione, potete arrivare a Palermo comodamente con un volo. L’aeroporto Palermo – Punta Raisi è ben servito dalle principali compagnie low cost. Un bus urbano collega il piccolo aeroporto al centro della città in poco meno di 30 minuti.
Noi abbiamo noleggiato l’auto direttamente tramite l’ostello per una sola giornata: l’auto ci è stata consegnata al mattino e l’abbiamo riconsegnata il giorno dopo. In alternativa, potete noleggiare l’auto già al vostro arrivo in aeroporto.
Mentre l’aereo inizia la sua discesa verso la pista di atterraggio di Palermo, inizierete a cogliere i primi segnali della bellezza del territorio con una meravigliosa vista dall’alto. Il mare pavoneggia l’ampio ventaglio di tonalità del blu abbracciando le verdi colline della costa occidentale.
Primo giorno: Palermo e La Vucciria
Arriviamo a Palermo verso mezzogiorno circa e abbiamo un unico pensiero in testa: mangiare le arancine. Già perché a Palermo i timballi ripieni di mozzarella, carne macinata e dei più svariati condimenti vanno rigorosamente chiamate le arancine. Quindi, guai a sbagliare!
Posati i bagagli nel nostro ostello situato nel centro della città, a pochi passi dal teatro Politeama, non vediamo l’ora di immergerci nel cuore pulsante della città: i suoi mercati.
La nostra prima tappa è il mercato di Vucciria. La composizione delle stradine e dei negozietti pieni di chincaglierie rievocano immagini dei mercati visitati nei miei viaggi. La Vucciria è una fusione delle urla dei mercati in India, delle saracinesche aperte a schiera dove i raggi del sole pomeridiani creano fasci di luce polverosi e mistici in Iran, delle esposizioni di frutta su bancarelle di ferro arrugginito in Vietnam e fumanti odori di frittura nell’aria come in Thailandia. Il mercato siciliano è un caleidoscopio di culture e realtà convergenti in un unico luogo: un’esperienza assolutamente imperdibile.
Durante l’ora di pranzo il mercato appare dormiente e avvolto nel suo pisolino pomeridiano, per poi ravvivarsi verso il tardo pomeriggio. Un’unica rosticceria aperta ci fa sgranare gli occhi in preda al richiamo della fame. Il primo morso all’arancina è solo l’assaggio di viaggio lento e lungo che ci aspettava nei giorni a venire, anche se di soli tre giorni. Il proprietario è un simpatico palermitano che ci racconta animatamente le sue avventure rocambolesche di vita che lo hanno condotto all’apertura della rosticceria e soddisfare i palati dei visitatori.
Ci ripromettiamo di tornare al tramonto per vivere il vero spirito del mercato nel suo fervore serale e dedichiamo il pomeriggio alla visita della città perdendoci nelle sue stradine.
Anche i monumenti e gli edifici di Palermo lasciano trasportare la mente in un continuo viaggio tra le epoche e le culture. Bellissima la Chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio nel suo contrasto tra facciata medievale ed interni bizantini e barocchi che simboleggiano un continuum temporale tra le due culture.
Siamo poi catapultate nella rigorosità dello stile classico camminando attraverso la piazza dei Quattro Canti, situata ad un incrocio storico della città tra via Maqueda e il Cassaro, cosi come la Fontana Pretoria. Ci infiliamo tra le stradine del centro storico dove vediamo la vita palermitana scorrere nelle sue casupole, panni stesi sui balconi e piccoli angoli di venerazione.
Ci ritroviamo di fronte alla Cattedrale, connubio di storia e culture che hanno attraversato Palermo, lasciando un segno indelebile nella sua architettura.
Tuttavia, il luogo che più tra tutti mi ha colpito è la Chiesa di San Giovanni degli Eremiti. Situata in disparte rispetto al centro nevralgico monumentale, la Chiesa è un luogo dove il tempo pare essersi fermato insieme ai Normanni di cui si respirano le imprese nel silente e armonioso chiostro al quale si giunge passeggiando attraverso un giardino siculo tra arance e palme. Un luogo che consiglio vivamente di visitare, non affollato da turisti.
All’ora del tramonto, i mercati si trasformano in festa pura e non dovete fare altro che lasciarvi travolgere dall’atmosfera gioiosa.
Secondo giorno: da Palermo a Marsala
Intraprendiamo il nostro viaggio alla scoperta della Sicilia occidentale grazie ai consigli della ragazza che lavora nell’ostello. Ci ha consigliato di passare per la Riserva dello Zingaro, Erice e concludere la giornata alle Saline di Marsala. Partendo da Palermo alle 9, l’itinerario è fattibile senza tenere ritmi serrati.
È aprile, la temperatura in Sicilia è piacevole e sintomo di un’estate ormai alle porte. Poco prima di raggiungere la Riserva naturale, dai finestrini dell’auto uno scorcio cattura la nostra attenzione. Due faraglioni si stagliano nell’acqua verde turchese. Accanto, una piccola abitazione color rosa, guardiana di quella meraviglia che pare essere messa lì, senza alcuna voglia di competere con altre attrazioni turistiche. Scopello.
Uno di quei luoghi che si potrebbero osservare per ore, in silenzio. Il paesino è noto per la sua attività di pesca del tonno sin dal 1200 e tutt’oggi la Tonnara è l’edificio simbolo di quella antica tradizione di pesca in un angolo di Sicilia sospeso nel tempo.
Con gli occhi già pieni di bellezza, proseguiamo verso la Riserva dello Zingaro. La riserva naturale si estende per 7 km da Scopello a San Vito Lo Capo percorribili grazie ad un sentiero. La camminata è adatta a tutti. Unico requisito: riuscire a non essere sopraffatti dalla spettacolo della natura. Ogni passo conduce alla scoperta di calette remote e nascoste, contorniate dall’acqua cristallina i cui colori brillano ancora di più al tiepido sole di aprile.
Procediamo il nostro viaggio verso Erice, gioiello incastonato sul monte dal suo stesso nome. Il percorso in auto per raggiungere il borgo si configura come una scalata a zig zag nei suoi 750 metri per raggiungere la vetta che domina e sorveglia incontrastata la Sicilia occidentale. Passeggiamo per il labirinto delle sue vie in pietra così come le case e i suoi cortili mentre il cielo si avvolge in colorito plumbeo per farci vivere il fascino mistico del borgo arroccato sul colle.
Ultima tappa della giornata: le Saline di Marsala. Mentre percorriamo la statale da Erice a Marsala, lussureggianti campi di grano accompagnano il viaggio e non possiamo resistere alla tentazione di una deviazione per immergerci nel verde trionfante delle spighe di grano.
Sul far del tramonto, raggiungiamo finalmente Marsala. Riusciamo ad unirci all’ultimo gruppo in partenza per il giro in barca tra le saline dove un allegro uomo di mare ci racconta le vicissitudini storico-economiche del luogo. Galleggiamo senza motore laddove l’acqua è più bassa e tocca il fondale e il sale risale in superficie. Le sue acque si tingono di rosa man mano che il sole, tornato a splendere, cala oltre il mulino restaurato, e la brezza del mare frammista all’odore di sale ci sfiora il volto. Non potevamo chiedere un epilogo migliore al termine di questa giornata alla scoperta della Sicilia occidentale.
Terzo giorno: sapori e odori di Palermo
Dedichiamo il terzo giorno ad una scoperta lenta della città immergendoci nel suoi sapori. Passeggiamo nel mercato di Ballarò e il Capo, ci perdiamo tra i suoi odori e colori. Indulgiamo il nostro palato in una soffice brioche con gelato. Respiriamo appieno la Sicilia, lentamente, senza affanni. Vi invito a farlo facendovi guidare dai vostri cinque sensi.
Ovviamente tre giorni non sono sufficienti per conoscere appieno l’intera regione e il suo tessuto, ma sono sufficienti per coglierne alcuni tratti caratteristici ed avere un assaggio di quello che offre la Sicilia. Perciò é sufficiente spostarsi da Palermo anche solo un giorno per poter ammirare la natura al di fuori della città.
Avendo solo dieci giorni a disposizione ci siamo concentrati solo sulla Sicilia orientale. Ma abbiamo subito messo in conto una nuova incursione sull’isola, per vederne la parte occidentale. Palermo deve essere davvero una città straordinaria, intrigante e suggestiva. Le tue parole me ne danno conferma.
Tre giorni sono stati sufficienti per farmene innamorare! Desidero anch’io tornarci per un bel giro nella parte orientale e soprattutto le isole (sono curiosissima di Pantelleria!). A Palermo si respira un po’ di Italia, Medio Oriente, Africa, Asia, è un mix affascinante e merita sicuramente di essere vista!